L’intervento del Presidente Conte all’assemblea dell’ANCI

Grazie a tutti, grazie al presidente e a tutti voi per l’invito.

È un piacere per me e un onore potervi parlare.

Siete il motore pulsante dell’Italia e quindi è un’occasione per me privilegiata per parlarvi come responsabile dell’autorità di Governo.

Aprendo questo evento organizzato dell’Anci due giorni fa, il Presidente della Repubblica Mattarella ha evidenziato che le amministrazioni comunali non sono il terminale periferico dello Stato ordinamento ma sono la prima istituzione rappresentativa delle comunità di vita che animano e compongono la nostra Repubblica.

Condivido pienamente le parole del Presidente della Repubblica e le condivide il Governo che rappresento.

I Comuni sono il cuore pulsante dell’azione amministrativa, sono le sentinelle dello Stato, i suoi occhi, i suoi arti. Ne erano ben consapevoli anche i nostri padri costituenti che hanno scritto solennemente che la Repubblica, una e indivisibile, non solo riconosce e promuove le autonomie locali, ma anche attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo. Perché è la prossimità tra chi eroga i servizi e chi ne beneficia a costituire la maggior soddisfazione possibile dei cittadini. Perché siete voi sindaci con il supporto, se mi permettete, giuridico di servitori dello Stato quali i segretari comunali, che sapete interpretare, soddisfare e farvi portavoce operando le necessarie sintesi, ovviamente nell’interesse della comunità, delle esigenze di chi le abita. Voi siete punto di riferimento. Voi raccogliete le istanze ma anche le lamentele della cittadinanza non appena le cose non funzionano, non appena le risorse scarseggiano, anche quando non è possibile raccogliere queste istanze. E voi lo sapete bene. Quando ci sono le emergenze, quando ci sono le tragedie. Io dall’inizio di questa esperienza di governo sono stato molto vicino a voi sindaci. Sono stato vicino al sindaco di Genova come sapete. Sono stato vicino anche ai sindaci del Centro Italia, vicino ai sindaci di Ischia. Certo, il Governo ha dato già ampie testimonianze di questa vicinanza con atti concreti ma questo non significa che sia finito qui. Sentivo prima un intervento e posso assicurare che il Governo continuerà a stare vicino ai sindaci, soprattutto in quei casi in cui, eventi, tragedie, emergenze, rendano evidentemente gli interventi straordinari (extra ordinem). E allora lì sì che c’è necessità di un intervento da parte dello Stato. Lo Stato c’è, è accanto a voi. Prova, al meglio delle proprie possibilità e col massimo degli sforzi, ad accompagnarvi. E d’altra parte è il nostro compito. Voi sapete che questo cammino insieme può conoscere anche delle difficoltà, dei momenti in cui la dialettica può acuirsi. È successo e potrà succedere ancora. L’importante è conservare un canale costante di dialogo. Non è detto che ci ritroveremo sempre d’accordo. L’importante è confrontarsi, capire le rispettive ragioni.

È successo anche con il bando periferie. È stato ricordato cortesemente dal presidente Decaro che abbiamo assicurato un adeguato stanziamento dei fondi necessari a finanziare questo bando pari a 1,6 miliardi di euro. Lo stesso presidente Mattarella ha riconosciuto che le città più grandi sono luoghi cruciali di sviluppo ed è fondamentale garantire un’elevata qualità della vita anche nelle periferie. Noi come Governo centrale non siamo stati disattenti a questo. Abbiamo riformulato un attimo lo stanziamento e sono lieto della intesa che è stata raggiunta in conferenza unificata. Mi ero impegnato davanti al presidente Decaro e a una vostra ampia delegazione che ho voluto ricevere a Palazzo Chigi. Mi ero impegnato a garantire una prosecuzione ordinata degli investimenti e il bando periferie tramite interventi normativi appropriati. Quella legge aveva esposto a dei problemi anche di costituzionalità. C’era stato un problema, una violazione del principio di sussidiarietà attribuendo a Stati e Comuni funzioni appartenenti alle Regioni. Non è stato semplicissimo ma, attraverso il dialogo, attraverso la conoscenza delle rispettive ragioni e il confronto, abbiamo trovato una soluzione che ci ha garantito di erogare 500 milioni per il finanziamento dei primi 24 progetti già approvati e ci ha consentito poi di procedere e di programmare lo svincolo di altri 800 milioni che consentirà la realizzazione dei restanti progetti. Devo ringraziare anzi, da questo punto di vista, anche il Sottosegretario alla presidenza Giorgetti e i Sottosegretari Garavaglia e Castelli perché mi hanno affiancato e mi hanno, come dire, consentito anche loro, con il loro apporto, di mantenere la promessa che avevo fatto.

Il decreto Milleproroghe ha poi sbloccato l’utilizzo degli avanzi di amministrazione per i Comuni che erano stati bloccati in precedenza.  Negli anni delle politiche di austerità anche i Comuni più virtuosi infatti non hanno potuto spendere in favore del proprio territorio a causa dei vincoli stabiliti dopo il 2011. Con le misure del decreto Milleproroghe infatti gli avanzi di amministrazione dei Comuni potranno essere spesi senza che il loro utilizzo concorra al rispetto dei vincoli di finanza pubblica dello Stato. Non solo, ma, come avrete saputo, gli enti in disavanzo potranno utilizzare delle quote accantonate del risultato di amministrazione per specifiche destinazioni per un importo non superiore al disavanzo da recuperare nel primo anno. Ci sarà una certificazione unica sul rispetto del pareggio di bilancio a parte dei Comuni mentre gli altri monitoraggi e controlli saranno sostituiti dall’invio dei dati alla banca dati della pubblica amministrazione.

Intendiamo semplificare una giungla di adempimenti burocratici che rischia di rendere concretamente impossibile la spesa e l’utilizzazione delle risorse disponibili esistenti. Vi do un dato che sta qui anche ad attestare la premura delle autorità di governo su questo fronte. I fondi FERS (sono i fondi europei per lo sviluppo regionale). Al 30 giugno 2018 la situazione è che su 34 miliardi deliberati e con progetti approvati, sono stati spesi 2 miliardi e 700 milioni. Incapacità? Troppe semplice metterla sull’incapacità degli amministratori. La realtà è che qui dobbiamo semplificare l’Italia. Dobbiamo consentire a voi amministratori locali di poter liberare quelle che sono le risorse. Bisogna far ripartire l’Italia. Occorre quindi un’azione amministrativa più snella, più incisiva. Autorizzazioni, permessi, controlli rigorosi ma devono essere anche a beneficio degli operatori economici. Devono essere anche delimitati e ben concentrati. Stiamo lavorando per questo e direi che l’intera manovra del governo si accompagna, l’ho ripetuto più volte, a un piano di riforme, che io chiamo strutturali e che riguardano le infrastrutture non solo materiali ma anche immateriali, che non ha precedenti. Lo voglio dire senza enfasi ma non ha precedenti nella storia repubblicana. Attenzione, ci stiamo concentrando tutti sui numeri della manovra economica. Ci stiamo concentrando tutti su alcune misure che sono sicuramente qualificanti per quanto riguarda il manifesto politico delle forze di governo. Ma rischiamo di trascurare altre misure di riforma che sono fondamentali per far ripartire l’Italia. Ci tengo a ripeterlo davanti a voi. Dal primo giorno in cui ci siamo insediati stiamo lavorando per la deburocratizzazione della pubblica amministrazione, per consentire la digitalizzazione dei servizi pubblici a tutti i livelli. E tra un po’ queste riforme inizieranno a spandersi e sarete pienamente coinvolti in questo processo riformatore.

Stiamo riformando il codice degli appalti. Io dico sempre che occorre mettere dei luminari di diritto amministrativo per varare un’opera pubblica, per presiedere a una corretta applicazione delle norme sul public procurement. Dobbiamo facilitare la vita dei sindaci e per fare questo stiamo lavorando a tutti i livelli. Attenzione, tutto questo si tradurrà in crescita del PIL. Le stime scientifiche più moderate parlano di un incremento del PIL intorno allo 0,4/0,5%. Stime scientifiche parimenti accreditate, un po’ più coraggiose, ragionano anche di un incremento del 1% del PIL. È un processo che non si attua domani mattina ma noi lo stiamo realizzando con metodo.  E quando dico con metodo significa che prima di varare queste riforme abbiamo introdotto la legge Anticorruzione. Dobbiamo dare un segnale importante ai disonesti e ai corrotti: che quando andiamo a operare una semplificazione del quadro regolatorio, quando andiamo a operare una semplificazione dei lacci, dei vincoli burocratici, noi non consentiremo ai disonesti e ai corrotti di inserirsi e di occupare spazio ed è per questo che siamo partiti prima con l’Anticorruzione. Adesso potremo più agevolmente varare tutte queste riforme tra cui anche l’accelerazione dei processi civili, penali, esecutivi.

Per quanto riguarda la manovra specificamente, viene descritta come una manovra economica particolarmente ardita. In realtà non è così. Ho cercato di spiegarlo anche in qualche altra occasione e vorrei farlo anche in questa sede. Noi prevediamo uno scostamento dal deficit molto molto contenuto. Noi abbiamo ereditato un deficit reale al 1,2% rapporto deficit – PIL. A questo però dovevamo aggiungere anche l’aumento dell’IVA. Sapete quanto costa l’incremento dell’IVA per il 2019? 12 miliardi e mezzo. Per evitare allora l’incremento dell’IVA, con tutte le conseguenze che avrebbe comportato negative sul piano della vita economica e sociale, siamo partiti da un 2% rapporto deficit – PIL. Quindi quando si indica questa cifra del 2,4 bisogna considerare che stiamo parlando di uno scostamento reale dello 0 4%. Attenzione, tra l’altro questo 0,4% è sostenuto e giustificato da un piano di investimenti che nel 2019 impegnerà uno 0,2% di deficit aggiuntivo rispetto al PIL. E solo l’ulteriore 0,2% per le misure del contratto di governo. Allora quando descriviamo il nostro Paese, quando descriviamo le iniziative che le autorità di questo Paese assumono, descriviamole puntualmente. Descriviamole complessivamente nella loro interezza. Non solo abbiamo un piano di investimenti che era stato già deliberato pari a 36 miliardi per i prossimi 15 anni. Abbiamo aggiunto 15 miliardi per quanto riguarda la spesa di investimenti del prossimo triennio. Ma stiamo cercando, attraverso iniziative mirate e ponderate, di incrementare ulteriormente questo piano di investimenti. E io ho radunato e ho raccolto a Palazzo Chigi nelle settimane scorse le maggiori aziende di Stato, partecipate dallo Stato. Ne è derivato da questo confronto un piano di investimenti ulteriore (Attenzione, è capillare sul piano territoriale quindi ne beneficerete anche voi al livello comunale e territoriale) di ulteriori 15 miliardi rispetto a quelli che le rispettivamente aziende avevo già preventivato.

Allora le risorse ci sono. Prima vi ho parlato di uno dei fondi europei. Ce ne sono ancora altri. Il fondo sociale e altri ancora. Dobbiamo creare un ambiente regolatorio per voi in cui poter operare. Noi siamo concentrati a far questo. L’efficienza della spesa per la formazione del capitale pubblico, l’impatto sulla crescita e sulla qualità della vita dipendono anche dalla capacità della pubblica amministrazione di selezionare, avviare e completare entro tempi ragionevoli progetti ad alta redditività economica e sociale. Quindi ci rendiamo conto che delle volte le carenze nella selezione e nella valutazione dei progetti e gli ostacoli sulla spesa pubblica per investimenti risiedono non solo e tanto in vincoli di bilancio ma anche in una serie di fattori di natura legale, pratico e organizzativa che si sono accumulati negli anni. Ecco perché vogliamo liberare i sindaci dalla burocrazia. Sarà strategico in questo piano lavorare insieme, potenziare l’azione dei Comuni. Perché sono e siete il motore dello sviluppo territoriale.

La nostra azione si svilupperà su tre fronti. Consentirvi un utilizzo efficiente dei fondi. Semplificare le procedure amministrative e, riducendo i tempi necessari a ottenere le necessarie autorizzazioni, concentrare anche i controlli e coordinarli; incentivare anche quello che oggi si chiama modernamente (c’è questo neologismo) capacity building, cioè favorire nelle amministrazioni e affiancarvi anche, quando necessario, con quelle competenze tecniche che significa anche capacità di elaborare progetti in modo da mettervi a disposizione una task force che stiamo elaborando livello centrale tra Ministero dell’Economia e Presidenza del Consiglio con i compiti di coordinare le informazioni necessarie, offrire le consulenze necessarie valutando e poi monitorando gli investimenti che vengono realizzati. Dobbiamo incrementare, questo è anche un problema di cui siamo consapevoli, le capacità professionali che sono all’interno della pubblica amministrazione. E dedicare al coordinamento degli investimenti una maggiore attenzione favorendo il partenariato pubblico – privato. Gli enti locali saranno protagonisti di questo ambizioso progetto, di questo ambizioso programma di investimenti che è contemplato nella manovra economica.

Vogliamo far ripartire il cantiere Italia. Vogliamo creare un sistema Italia. Dal primo giorno che mi sono insediato quello che ho potuto constatare è, accedendo a un’impostazione tradizionale, un limite che è tutto nostro, italico: noi agiamo per compartimenti stagni. Noi dobbiamo far dialogare amministratori, coloro che hanno responsabilità di governo, responsabili politici con imprese, con i cittadini. Dobbiamo creare sistema. Far ripartire il cantiere Italia significa dare ossigeno agli investimenti infrastrutturali, materiali e immateriali degli enti locali e tradurre in numeri concreti ed iniziative concrete questo piano, questa impostazione. Oltre agli stanziamenti per la pubblica amministrazione nella legge di bilancio che presentiamo per il 2019 abbiamo previsto un fondo dedicato agli enti locali e rafforziamo anche l’organico, di cui voi dovrete beneficiare, di una cabina di regia per gli investimenti.

Inoltre con il decreto Milleproroghe abbiamo sbloccato in modo strutturale l’utilizzo degli avanzi di amministrazione dei Comuni che, abbiamo già detto, hanno impedito (vincoli del passato) l’utilizzazione di questi fondi. Insomma ci sono tutte le premesse per poter operare nella direzione giusta, per poter invertire rotta. Stiamo lavorando per darvi delle risposte. Siamo costantemente e pienamente impegnati in questa direzione. Le ricette le abbiamo ma le dobbiamo realizzare insieme. Il vostro intervento sarà prezioso perché tutte le misure di riforma deliberate e tutto il piano di investimenti passa da voi. Tutte le misure che noi andiamo a realizzare passeranno attraverso anche la vostra mediazione. Quindi è importante la vostra vigile attenzione. È importante la vostra “interessata” collaborazione. L’Italia deve fare sistema. Tutte le sue costituenti e tutte le sue articolazioni devono poter lavorare nella stessa medesima direzione per massimizzare i risultati. Grazie

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